Emozioni metropolitane a Milano: scrive Valeria S. Lombardi

Un'artista poliedrico, instancabile, altamente creativo, che decismente sa cosa vuole e dove vuole arrivare così è Massimo Falsaci.
Artista che sceglie personalmente qualsiasi opera da portare per una determinata mostra. Artista
capace, duttile, seppur l'immenso bagaglio di mostre fatte e premi ricevuti, si rammenti per sempre il premio vinto dalla Diesel 2007 Wall dal titolo “Tramonto”.

Massimo Falsaci ha destrezza sia pittorica, che creativa a soffermarsi tramite la macchina digitale in anfratti, punti che lo colpiscono o comunque che sente far suoi, poi con un'elaborazione digitale data da una sua personalissima cromia che è composta quasi esclusivamente da quattro cromie di colore ovvero: arancione, giallo, rosso, nero ed ultima, ente qualche accenno verso l'azzurro, così si concretizza . Plasma e si svolge la sua magnifica arte di gusto di Nuova Figurazione.

Artista che non si dispera, ma cerca sempre siti nuovi per divulgare ai di più la sua arte. Come oggi presso il salone di bellezza ANADEMA (Via Cso Lodi, Milano) presenterà in una mostra personale quattro opere dal titolo “Emozioni Metropolitane” dal 13 marzo al 5 giugno.

Due opere forse sono state concepite come una sorta di ringraziamento per una città come quella di Milano dove la sua fortuna ebbe inizio che nuovamente l'ospita ovvero Milano, essendo lui di Verbania, e difatti troviamo due magnifiche rappresentazioni della Torre Velasqua vista da due differenti punti: uno più quasi del tutto solo, l'altro visto da un punto di vista che spazia anche il sotto, per immettere il famoso palazzo nel contesto cittadino e difatti le immagini sono state chiamati “Colossi” che solcano la città infierendo potenza e serenità interiore.

Bisogna rammentare che la Torre Velasca è stata da sempre come uno dei pochi e quasi non grattacieli di Milano (eretta ta il 1956-58 dal gruppo di architetti BBPR), dove tra l'altro si svolse un'incantevole film di Dino Risi “Il Vedovo” con l'indimenticabile Alberto Sordi e Valeria Valeri. Si può dire che questo grattacielo assieme alla chiesa di Sant'Ambrogio costituiscano il vero fulcro per un milanesun doc.

L' altro lavoro la “Gabbia” è qualcosa che appare stranamente difficile da comprendre, ma è un'opera che comunque non stona ed infine vi è il lavoro dal titolo “Sugoi” dove forse inconsciamente Massimo Falsaci ha voluto decretare
un trait d'union , con il quartiere Sarpi la famosa Chinatown e la sua prima opera, the Diesel Wall. che li portò tutta la fama e la notorietà-
Massimo Falsaci è così schietto, capace, esuberante e stupendamente artista di successo.

Valeria s.Lombardi
Dott.ssa storia dell'arte contemporanea

Commenti

Buon giorno, ti invito a visitare il mio blog, ci terrei

grazie

Laura