Giuseppe possa scrive su Massimo Falsaci




















Ci troviamo di fronte a meditate elaborazioni, trasfigurate in sintesi moderne, che pittoricamente sono il risultato di uno spontaneo sentire e di un interno interrogarsi. Pertanto, Massimo Falsaci, quando inserisce nelle opere simboli e segni strutturali, si prefigge un'operazione di recupero in "codice", attraverso il ribaltamento di domande dal significato al significante.
Egli, inoltre, usa le metafore sulla completezza e sulla frammentazione, scovando immagini da particolari scorci dall'ambiente e del tempo in cui viviamo. A chi pensa che la potenzialità dell'espressione pittorica sia consumata, questi "legami" senza titoli appaiono come una riflessione sul linguaggio delle arti visive, che hanno il privilegio di poter comporre, in un unico discorso concettuale, emblemi diversi, oggetti, scritte, colori e rappresentazioni della realtà apparente o astratta. Paolo Levi Arte Mondadori

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