Valeria S. Lombardi scrive di Massimo Falsaci

Attente, puntuali, esplicative e dirette ad un interagire immediato, trasmettendo cosi' un messaggio, che trasmette tutta la forza di questa insito profondo dolore interiore. Così si presentano le tre opere scelte, azzeccate dell'artista Massimo Falsaci. Si, opere pittoriche riuscite perche' sembrano proprio trasmettere in un crescendo la giusta trasposizione del problema affrontato: la violenza subita da una accecante gratuività nell'opera “La colpa”. Giuste fredde cromie: a significare quello stato di totale emarginazione che si perpetua nella vittima di tale violenza, quella sorta di abbandono, silenzio intorno che la sovrasta, che la mortifica piu' che sulla pelle nell'anima. Generando cosi' conflitti interiori, dove la donna abusata si sente responsabile dell'accaduto, quando invece e' solo costantemente vittima. Toccante, vivo è l'opera dal titolo “Ricordi”. Uno sguardo intenso, segnato da uno profondo dolore che rimane come impresso, tacito ed allo stesso tempo infinito nella vittima. Come una sorta di marchiatura.
Massimo Falsaci riesce in quest'opera a rappresentare una donna, una delle tante, ma grazie al taglio visivo prescelto sembra generare un'icona. L'ultima opera presentata in questa importante mostra collettiva nonostante che sia esente di titolo, certo non l'ho e' per il significato!! Massimo Falsaci e' riuscito ad esprimere l'ultimo e piu' atroce atto di una violenza. In pochi dettagli, c'e' l'intensità invece dirompente quasi di un lanciafiamme. In un'opera che rilascia cio' che non siamo ancora pronti di vedere, che non saremo piu' pronti a subire e che soprattutto le donne sono arci stufe di essere considerate consumistici oggetti per una compulsiva , accecante violenza. A Massimo Falsaci bisogna riconoscere la sensibiltà di artista di riconoscere questo problema, di essersi soffermato su questa odierna , pungente questione e di aver saputo creare opere pittoriche così cariche di significato.

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