Barbara Pavan scrive su Massimo Falsaci

La città è anche specchio della propria cultura. Sono le architetture urbane le protagoniste delle opere di Massimo Falsaci. Architetture che raccontano un periodo, una società e che, viste dalla prospettiva futura della storia, testimonieranno di noi e della nostra civiltà alla stregua delle arene, degli acquedotti e delle ville romane. Il paesaggio urbano, con i suoi monocromatismi, le sue linee perfettamente dritte, le forme squadrate dei palazzi, diventa la tela bianca su cui Falsaci stende i suoi colori, esaspera i toni, sottolinea la luce; il rigore dell’architettura si arricchisce della morbidezza del colore, l’artista ri-inventa la sua città, personalizza, come fa idealmente ognuno di noi, lo spazio che lo circonda. Intervenendo e modificando virtualmente il paesaggio, Falsaci sottolinea la necessità di trasformarsi da fruitore passivo a creatore attivo del proprio ambiente.

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