Massimo Falsaci ad Artefatto 2010

Il romanzo ottocentesco “Alice nel paese delle meraviglie”, da cui prende spunto quest'opera, mostrò, alla impeccabile Londra vittoriana, la corruzione del perbenismo d'oltre manica sia in relazione al potere, sia in relazione allo sfruttamento sessuale. L'immaginario mondo di Candy viene solitamente pensato come un limbo astratto dove tutto è perfetto, ovattato e impermeabile. Spingendo però lo sguardo “oltre il giardino”, e vedendo la vera realtà senza categorie preconcette, emerge l'intrigo di una vita in crisi prossima a un radicale mutamento. Come nel trittico “Isolina e le altre”, Falsaci rivisita la duplice tematica antropologica dei finti rapporti umani e dell'impoverimento dell'io. Giochi di colori e di ombre propongono messaggi subliminali legati alla sfera sessuale. Quest'ultimo elemento è un aspetto insolito e nuovo del linguaggio poetico-pittorico di Falsaci; l'effetto emozionale che risulta è di particolare forza ed efficacia.

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