
Adriano Annino, che ha avviato da tempo un percorso alla ricerca del
‘centro’, il punto focale, il punto di partenza attorno al quale raccogliere e
sviluppare se stessi, nelle opere presenti in questa mostra, focalizza
l’attenzione sugli spazi quotidiani. Oggetti senza alcun particolare interesse
o valore, se non quello di appartenerci, di essere nostri, di avere un po’
della nostra anima e di raccontare un pò della nostra storia. ‘Sono questi i
'centri' – scrive Annino - da cui
ripartire. Cosa sono? Pozzi di vibrazione colorata e sonora...già le nostre
case ne sono piene...Non volete forse cominciare a scorgere da lì i nuovi
sentieri che possiamo percorrere? La casa, l'abitazione, l'anima, la coscienza’
Adriano Annino è nato a Napoli nel 1983, laureato Scienze e tecnologie
delle arti figurative, della musica, dello spettacolo e della moda presso la Facoltà di Lettere e
Filosofia di Arezzo e in Tromba presso il Conservatorio G.Puccini di La Spezia. Vive ad Arezzo.
Le opere di Stefano Bergamo coniugano sapientemente tematiche
attualissime con intelligente ironia attraverso un linguaggio a metà tra la pop
art e l’illustrazione. ‘Il flusso, - spiega l’artista - lo scorrimento costante e
quotidiano del traffico, la vita e…lo storico osservatore. Odio il traffico, il
suo lento incedere, il suo rumore, i gesti esasperati degli esseri umani ivi
intrappolati. Me ne sto lì cercando di recuperare un po’ di tranquillità ed
osservo per esorcizzarlo. Osservo i colori delle automobiline che mi
accerchiano e mi rendono parte di una composizione. Osservo il rosso, che a me
piace tanto, e lo confronto con gli altri rossi che incalzano; osservo il blu,
il giallo ed il grigio. Sì, anche il grigio perché in fondo il traffico è
grigio. Grigio e rumore, testimonianze della nostra quotidianità.’ Un aspetto alquanto singolare di
questi lavori è il fatto che l’artista riesca a trovare nella sterminata
schiera di automobili, autobus, scooter e biciclette in fila, nei colori e
negli infiniti design che si mescolano sul raccordo anulare – lì come nei mille
raccordi anulari delle immense metropoli – una sorta di euritmia collettiva,
dettata dalle tinte e della forme che si mescolano e generano una situazione
reale ed irreale al tempo stesso.
Stefano Bergamo è nato a Leverano (Le) nel 1970. E’
laureato in Economia e specializzato in Gestione del patrimonio artistico e
culturale. Ha all’attivo numerose mostre in Italia ed all’estero.
Le opere di Massimo Falsaci presentate in questa mostra
intendono proporre riflessioni su due anelli della catena storica legata
idealmente al ritorno ciclico della Fenice: il Rinascimento e l'epoca
contemporanea. Queste tele, quasi fotograficamente, scoprono, gridano e
anticipano a un mondo in continua trasformazione, l'esigenza di rinnovamento
interiore ed esteriore. Falsaci, analizzando il rapporto temporale tra “prima”
e “dopo”, arriva a considerare l'essere umano, che vive e agisce in una
collettività, come “il solo” in grado di costruire e cambiare ciò che lo
circonda. L'uomo, in ultima analisi, risulta, lui stesso, essere l'incarnazione
di una nuova Fenice, capace di reinterpretarsi e tornare a nuova vita. Solo la
speranza più pura, nascosta nel suo cuore, gli permetterà di vivere per altri
500 anni...(Alessio Lucchini)
Massimo Falsaci è nato a Cannobio (Verbania) nel 1974. La produzione
giovanile è legata soprattutto a fumetti tutto in stile Disneyano, sua più
grande passione che lo ha portato a frequentare l'illustratore Karel Thole.
Spinto dalla voglia di sperimentare nuove tecniche nel 2000 incomincia a
frequentare la scuola di pittura di Gianna Berrettini. Ultimamente si è
avvicinato alla modellazione dell'argilla seguendo diversi stage alla Comuna
Baires di Milano, sotto la supervisone dell'artista Teresa Ricco.
Le opere di Riccardo Zuliani raccontano spazi urbani, vedute di
città e scorci di metropoli, possibili o futuribili, in cui il contrasto di
volumi e di dimensioni è il protagonista dell'opera. Attraverso il collage
l’artista scompone giornali in minuscoli frammenti creando audaci scorci urbani
risolti in ampie vedute. Riformula la realtà facendole acquisire un nuovo
senso. Appaiono così metropoli di fantasia, dove la massa orizzontale che
suggerisce case, palazzi, fabbriche, è intersecata da improvvisi elementi
verticali a formare torri. L’intento è di metabolizzare e riassumere pensieri e
riflessioni sulla contemporaneità. La città diventa così l’emblema del
mutamento attuato dall’uomo sull’ambiente: lo spazio della tela è saturo così
come quello delle grandi metropoli in cui viviamo e l’uso di prospettive gioca
un ruolo fondamentale per sfuggire alla bidimensionalità e volgere lo sguardo
verso i più svariati punti di fuga. Paesaggi privi della figura umana ma che
all’uomo/spettatore fanno appello per completarne il senso: nel momento in cui
osserviamo un'opera la rappresentazione richiama alla mente ciò che è presente
nella nostra memoria, innescando un meccanismo percettivo che è parte
integrante dell’opera.
Riccardo
Zuliani è nato a
Mestre (Ve) nel 1978, vive e lavora a Mestre. Si diploma con lode nel 2003 in
Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia e nuovamente con lode in
Nuove Tecnologie per le Arti Presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia.
La mostra sarà
visitabile fino al 7 marzo, con orario venerd’ e sabato dalle 18 alle 20 e
domenica dalle 11 alle 13, o su appuntamento. Ingresso libero.
Scheda tecnica:
Titolo Nuove
frontiere
A cura di Barbara
Pavan
Artisti Adriano
Annino, Stefano Bergamo, Massimo Falsaci e Riccardo Zuliani
Sede espositiva Studio7
Arte Contemporanea
Via
Pennina 19, 02100 Rieti
Inaugurazione sabato 23 febbraio 2013 ore 17
Date 23
febbraio – 7 marzo 2013
Orari venerdì e sabato ore 18-20, domenica
ore 11-13, o su appuntamento
Ufficio stampa Studio7.it e-mail studio7artecont@gmail.com
Info mob.320.4571689
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